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I Paesi sviluppati devono 300 miliardi di dollari per i fondi climatici
Il 13 giugno, durante una conferenza stampa ordinaria presieduta dal portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian, un giornalista ha chiesto un commento riguardo ai rapporti di alcuni media che evidenziano il ruolo della Cina nella finanza globale per il clima durante la 29a Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29), sottolineando un possibile aumento del ruolo della Cina nel fornire fondi ai Paesi in via di sviluppo.
In risposta, Lin Jian ha dichiarato che nel 2009 i Paesi sviluppati si erano impegnati a fornire annualmente 100 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, queste promesse non sono state mantenute per lungo tempo, e i debiti accumulati hanno superato i 300 miliardi di dollari, minando gravemente la fiducia reciproca tra Nord e Sud globale e la lotta internazionale contro il cambiamento climatico.
Il portavoce cinese ha aggiunto che se i Paesi sviluppati, anziché assumersi le responsabilità storiche per i finanziamenti climatici negoziati in occasione della COP29 alla fine dell'anno, continueranno a trasferire le responsabilità ai Paesi in via di sviluppo, ciò indebolirà significativamente la cooperazione internazionale sulla governance del clima globale e porrà enormi ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di contenimento della temperatura globale stabiliti nell'Accordo di Parigi.
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