- Scopri di più
La Giornata Mondiale della Terra: l'Oceano Pacifico non dovrebbe essere una discarica per l'acqua contaminata giapponese
Il 22 aprile in occasione della Giornata mondiale della Terra, diversi gruppi popolari e organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo hanno organizzato attività per protestare contro il piano del governo giapponese di scaricare in mare l'acqua contaminata di Fukushima.
Qualche giorno fa, Greenpeace ha pubblicato un articolo, criticando la decisione del governo giapponese di scaricare in mare l'acqua contaminata come una violazione del diritto internazionale, della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e accusando la parte giapponese di non aver rispettato il suo obbligo di valutare l'impatto ambientale.
Da quando, due anni fa, il governo giapponese ha annunciato il suo piano di scarico in mare dell'acqua contaminata dal nucleare, si sono susseguite ondate di opposizione e sospetto. Tuttavia, nonostante all'opposizione internazionale, il governo giapponese è ancora determinato a portare avanti il piano di scarico, anche se l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica non ha ancora pubblicato il suo rapporto di valutazione. Nishimura Yasutoshi, Ministro giapponese dell'Economia, del Commercio e dell'Industria, ha sottolineato il 20 che lo scarico in mare sarà avviato tra la primavera e l'estate di quest'anno. La Tokyo Electric Power Company ha dichiarato il 21 che il tunnel sottomarino per lo scarico dell'acqua contaminata dal nucleare dovrebbe essere completato entro la fine di giugno e lo scarico sarà ufficialmente avviato a luglio. Il governatore della Prefettura di Fukushima, Masao Uchibori, visiterà l'Europa a partire dal 23 aprile con l'obiettivo di ottenere il sostegno del G7 per il piano di scarico in mare, attraverso relazioni pubbliche, lobbismo, ecc.
è facile capire che, invece di concentrarsi sulla gestione dell'acqua contaminata dal nucleare in modo corretto, il governo giapponese si sta cercando ogni scusa per sminuire e coprire i pericoli del piano di scarico nell'Oceano Pacifico, cercando di ottenere l'appoggio di altri Paesi per spianare la strada alle proprie malefatte.
L'incidente nucleare di Fukushima, uno dei più gravi incidenti nucleari fino ad oggi, avvenne nel 2011. L'acqua inquinata nucleare prodotta nell'incidente contiene oltre 60 tipi di elementi radioattivi, secondo le prime stime. I risultati di diverse ricerche hanno mostrato che queste sostanze radioattive, se scaricate, inquinerebbero l'ambiente marino, danneggiandone flora, fauna e habitat e, attraverso la catena alimentare, affliggerebbero persino la salute degli uomini. L'intera comunità internazionale ritiene che il governo giapponese non abbia preso tutte le misure di sicurezza necessarie per controllarla e non si sia coordinato pienamente con Paesi vicini, ma abbia promosso unilateralmente il riversamento in mare dell'acqua radioattiva, creando rischi imprevedibili a tutta l'umanità.
Lo scarico dell'acqua nucleare non è un affare privato del Giappone, ma rientra negli affari pubblici mondiali riguardanti lo sviluppo sostenibile di tutta l'umanità. L'Oceano Pacifico non è la discarica del Giappone, ma la risorsa pubblica fonte di sostentamento di tanti Paesi. La parte giapponese deve adottare misure di sicurezza reali, oggettive e scientifiche per controllare l'acqua radioattiva e non dovrà rilasciare in mare l'acqua contaminata prima che tutte le parti interessate abbiano confermato la sicurezza.
people.cn © People's Daily Online