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Usa, incolpare i "non americani" di tutti problemi è sempre la strategia più semplice
Sulle pagine del quotidiano statunitense "The Washington Post", si legge di recente che il Partito Repubblicano sta continuando con la vecchia strategia di incolpare le "persone esterne" della diffusione delle malattie.
L'articolo dice che c'è un tema antico nella storia americana: di tanto in tanto una malattia infettiva si sparge rapidamente, e la colpa è sempre dei "non americani". Questo fenomeno è apparso subito dopo lo scoppio dell'epidemia di Covid-19; l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha continuato ad usare la definizione di "virus cinese", una modalità razzista di raccontare i fatti divampata negli Stati Uniti e che ha contribuito alla violenza contro le persone di origine asiatica. Oggi questo "spettacolo" va in scena di nuovo. Malgrado non ci siamo prove che gli immigranti latino-americani siano correlati al recente incremento dei nuovi casi, il Partito Repubblicano continua a ripetere questa mossa.
Nell'articolo si legge anche che il Covid-19 si trasmette più rapidamente nei luoghi in cui il tasso di vaccinazione è basso e non dove ci sono più immigrati. Per controllare il virus, sarebbe stato meglio indurre più americani a farsi vaccinare e ad indossare le mascherine, tuttavia i politicanti americani prendono di mira le persone al di fuori dei confini del Paese. Nulla ci è di più nemico di noi stessi, tuttavia è più facile incolpare gli "altri" che guardarsi allo specchio.
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