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    Collaborazione pragmatica rimane ancora tendenza principale nei rapporti Cina-Italia

    (CRI Online)lunedì 05 luglio 2021

    Venerdì 2 luglio la ricercatrice dell'Istituto di ricerca europea dell'Accademia delle Scienze sociali cinese e segretaria generale della ricerca italiana della Chinese Association for European Studies, Prof.ssa Sun Yanhong, ha pubblicato un articolo sul quotidiano cinese "Global Times". Tra le altre cose, nel testo viene anche menzionato il fatto che, alcuni giorni fa, un mezzo d'informazione statunitense ha pubblicato un articolo secondo cui "l'Italia ha imparato lezioni dolorose sulle relazioni con la Cina, e ha modificato la direzione della propria politica estera nei confronti della Cina". La suddetta opinione ha esagerato volontariamente l'influenza negativa esercitata sulle relazioni sino-italiane dall'aggiustamento delle politiche relative italiane, e viene il sospetto che cerchi intenzionalmente di provocare discordia nelle relazioni tra Cina e Italia.

    Secondo la Prof.ssa Sun Yanhong, dall'inizio dell'emergenza sanitaria di Covid-19, complici diversi fattori, sono emersi occasionalmente "rumori" nel corso dello sviluppo dei rapporti sino-italiani. L'atteggiamento del governo del Belpaese nei confronti della Cina ha presentato anche alcuni nuovi indizi di cambiamento, in particolare vi è stata una stretta nelle politiche riguardanti gli investimenti cinesi nel Paese, ciò tuttavia non significa che è stato rovesciato il quadro dello sviluppo dei rapporti bilaterali. In generale, grazie al supporto reciproco nella lotta contro il Covid-19 e alla collaborazione attivata nel corso della ripresa della produzione, la cooperazione concreta tra Cina e Italia è rimasta ancora la tendenza principale.

    Negli ultimi due anni, il parziale riaggiustamento della politica estera italiana nei confronti della Cina è divenuto inevitabile principalmente a causa dei cambiamenti conseguenti alla sua nuova situazione interna e a quella internazionale, tuttavia ciò non ha indebolito l'esigenza di rafforzare la cooperazione con la Cina, in particolare nel settore economico-commerciale. Da questo punto di vista, durante la conferenza stampa del Summit G7 del mese di giugno, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato che l'Italia dovrà valutare l'influenza della "Belt and Road Initiative", e ha voluto esprimere le sue aspettative verso possibili maggiori benefici nel quadro della cooperazione della BRI. Il mezzo d'informazione degli Stati Uniti ha volutamente interpretato questo come un'inversione di marcia della politica estera italiana nei confronti la Cina, cosa che è evidentemente ingannevole.

    In sintesi, tra la Cina e l'Italia non vi sono particolari conflitti di interessi politici, e la collaborazione economico-commerciale poggia su solide basi. A patto che i due Paesi rispettino il principio di parità e di mutuo vantaggio, la collaborazione bilaterale vedrà probabilmente importanti risultati nell'era post-pandemica. Vista l'importanza economica e politica che l'Italia riveste all'interno dell'Ue, la promozione della collaborazione sino-italiana avrà un ruolo di primo piano anche per il sano sviluppo delle relazioni Cina-Ue.

    (Web editor: Italia-sxs-01, Renato Lu)

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